Educazione alla sessualità

Dalla nascita alla maturità sessuale:
anatomo - fisio - neurologia
IV parte

il cervelloIl midollo spinale arrivato nel cranio si allarga in un bulbo e in un ponte, stando appoggiato sulla base della scatola cranica.

il bulbo e il ponteQuesta zona contiene tutti i nuclei o centri dei vari nervi della faccia (figura a destra) e anche centri della vita vegetativa come gli inspiratori ed espiratori e i cardiaci (figura sotto, a sinistra).

il diencefalo 
 
Un poco più su siamo nel diencefalo dove troviamo l'ipotalamo, che contiene tutti gli altri centri della vita vegetativa, non solo del ricambio dei grassi dei liquidi e della regolazione termica, ma anche del sonno della fame della sete dei bisogni genitali, per cui possiamo dire che in questa zona risiedono gli istinti.

Il talamo che è la parte filogeneticamente e ontogeneticamente più antica del nevrasse, costituita dai centri di afflusso (ossia i centri di ricevimento) di tutte le stimolazioni sensitive e sensoriali e dai centri di origine di tutte le fibre effettrici (che portano cioè la risposta alla periferia), rappresenta di conseguenza l'organo dei movimenti riflessi 25.

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Sopra al talamo c'è una struttura dalla forma complessiva di una volta poggiata su quattro pilastri: è IL FORNICE.

Sotto al fornice sta ciò che è innato e che entra sempre in funzione, autonomamente senza la nostra volontà: l'impulso al movimento e al gioco, il desiderio di vivere tanto spiccato nel bambino da fargli superare gravi malattie, l'istinto di conservazione che ci protegge nel pericolo, l'istinto di procreazione, l'istinto materno che sveglia, per esempio, la madre di notte ad un respiro irregolare del suo piccolo mentre un forte rumore non viene percepito, la paura della morte all'età critica.

il forniceSotto al fornice sta la parte animale dell'uomo, per la quale tutti gli uomini si rassomigliano, il tutto raccolto e contenuto dai pilastri e dal corpo del fornice. La vita vegetativa è talmente importante che il fornice fa da impalcatura a delle cavità che lo circondano ripentendone la forma, i ventricoli, ripiene di un liquido che si produce in loro (il liquido cerebrospinale che passerà poi a bagnare il cervello e il midollo): esiste così attorno alla zona dei nuclei vegetativi una particolare protezione, inserita nell'interno della massa cerebrale che a sua volta, come noce nel guscio, è contenuta nella scatola cranica.

Sopra al fornice c'è il cervello con le circonvoluzioni cerebrali, dove si raccoglie e si registra tutto ciò che è specialmente umano, tutto ciò che si impara e per il quale gli uomini sono diversi 26.

Le fibre nervose, bianche, salgono provenienti dal midollo e dai vari nuclei vegetativi e sensitivi intermedi, alla "materia grigia" cioè alle cellule della corteccia cerebrale e portano gli stimoli, le sensazioni varie di piacere o di dolore, di tatto e di localizzazione nello spazio, di temperatura che continuamente arrivano da tutto il nostro corpo.

 
Ad eccezione degli stimoli provenienti dagli organi della vista, dell'udito e dell'olfatto che raggiungono zone particolari, tutte le altre sensazioni arrivano alla circonvoluzione postrolandica (posteriore al solco di Rolando) disponendosi come un omino ma capovolto, per cui i centri degli arti inferiori sono al vertice, sulla linea mediana, la testa e le mani sono in basso e lateralmente mentre i genitali occupano una piccola parte della zona sensitiva mediana sotto i piedi.

Le fibre sensitive si mettono in rapporto con le cellule contenute nella circonvoluzione parallela prerolandica, motoria, che tramite le fibre nervose (del fascio piramidale) mandano gli ordini ai vari muscoli volontari del nostro corpo.

Gli stimoli sensitivi giunti al cervello, si imprimono nella materia grigia per cui saranno riconosciuti quando si ripeteranno: così si forma la memoria. La ripetizione ci permette, attraverso sensazioni che arrivano ed ordini che partono, di imparare per esempio ad afferrare un oggetto o a camminare, come fa il bambino (esperienza). Se camminiamo per le vie della città ci sembra di non comandare i nostri muscoli ma in realtà tutto è sotto il controllo delle nostre cellule nervose: ce ne accorgiamo se procediamo su sassi o su un campo arato o un prato falciato.

Grazie a delle fibre associative che uniscono varie zone del cervello si possono trarre dalle esperienze precedenti, che abbiamo memorizzato, dei momenti nuovi per la vita: è questa la intelligenza, che è una facoltà non solo umana e si ritiene che dipenda dall'attività globale di tutta la corteccia.

Prettamente umano invece è il pensiero poiché si forma, sempre tramite le fibre associative, dal collegamento fra i vari centri cerebrali e la zona che sta davanti alla circonvoluzione prerolandica, i lobi frontali: il pensiero potrà essere puramente speculativo o potrà tradursi in azioni se interviene la volontà di agire.

Mentre conosciamo particolari aree della corteccia con funzioni specifiche e parliamo di zone motorie sensitive e sensoriali ed anche centri che si organizzano ex novo con l'apprendimento come il centro della scrittura (grafomotore) o della parola pronunciata (verbomotore), ignoriamo tutto del resto del cervello (quasi tutte le zone che nella figura qui a lato sono in bianco) specialmente dei lobi frontali che sono particolarmente sviluppati solo nell'uomo. Sappiamo che in questi vi è la volontà e quindi la libertà di scelta sia delle azioni che dei pensieri: null'altro. Si studia moltissimo ma si sa pochissimo!

Siamo ancora dei sottocorticali dicono spesso gli psichiatri, siamo cioè degli uomini che non usano la corteccia con le sue immense possibilità: basti pensare ai monaci del monte Athos i quali si servono solo del pensiero, non del telefono!, per comunicare con i confratelli in Turchia.

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Gli stimoli sessuali, provenienti dai nostri organi di senso e/o dal nostro corpo, anche con l'influsso degli ormoni, arrivano alla zona ipotalamica, per cui l'uomo ha come gli animali l'istinto all'accoppiamento ma a differenza degli animali gli stimoli salgono alla corteccia cerebrale e quindi alla coscienza: se abbiamo visto esserci varie stazioni incaricate del buon funzionamento dei vari momenti dell'atto genitale la centrale della sessualità sta nei lobi frontali. Per questo io sostengo che parlare di istinto sessuale come di un qualcosa che ci sovrasta significa non riportare l'uomo alla pura animalità, ma decorticarlo: l'animale si accoppia per istinto (zona sotto il fornice) l'uomo perché vuole (zona sopra il fornice) non perché deve!

 
Ed ora io chiedo ai ragazzi: Cosa vuoi dire fornicare?
La risposta è sempre non commettere atti impuri.

Ma cosa è puro e cosa è impuro?

L'ho domandato tante volte ai teologi: una volta per esempio ho posto questa domanda a cinque di loro, contemporaneamente, e non mi hanno dato una definizione concorde. Non fornicare vuol dire non commettere adulterio, vuol dire non commettere atti impuri, vuol dire non masturbarsi... Se leggo negli Atti degli Apostoli, il Concilio di Gerusalemme, le idee sugli atti impuri mi diventano ancora più confuse...

Per avere un concetto chiaro mi sono rivolta alla anatomia e ho studiato il fornice: per me "non fornicare" vuol dire non mettere la tua corteccia sotto al fornice. Non abbassare il tuo essere uomo alla ricerca delle sensazioni prettamente animali. Ecco allora che secondo me i Romani, che dopo aver pranzato mettevano due dita in gola per vuotarsi lo stomaco per mangiare nuovamente, fornicavano! Come fornica chi ricerca il piacere genitale.

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Educare un bambino vuoi dire renderlo cosciente e responsabile dei suoi atti 28: cosciente che deve mangiare per vivere, che deve bere per vivere, cosciente che da adulto farà anche all'amore con la sua compagna per realizzare non solo la sua persona ma la coppia che formeranno. Non si vive «per» mangiare, non «per» fare l'amore: tutto ci serve, ma l'uomo deve usare la sua corteccia se vuole essere uomo e governare giustamente i centri sottocorticali. È anche sbagliato 'battere l'asino', punire il corpo: il corpo esprimerà esigenze ma non è il corpo che commette errori, di cui solo la mente, la volontà è responsabile 29a+b.

L'uomo è unione di corpo e spirito quindi la corteccia deve governare con giustizia, cioè in armonia con i messaggi sottocorticali.

Non deve essere un dittatore perché altrimenti il corpo denuncia col dolore o con la malattia le imposizioni, non deve abdicare al governo dei molti centri sottostanti che mancano di collegamenti fra loro perché ancora insorge la malattia e ancora non deve rifiutare, allontanare dalle sue attenzioni una parte ammalata perché questa stenterebbe a guarire: la salute è armonia tra la parte corticale e la parte vegetativa, tra lo spirito e il corpo. Imparare a conoscere il nostro corpo è fondamentale per realizzare questa armonia.

Ci accorgeremo allora che l'uomo e solo lui — ha un «istinto» al quale non può sfuggire:
creare

Colui che crea si fonde con la propria materia, che rappresenta il mondo che lo circonda - scrive E. Fromm - l'artefice e il suo oggetto diventano un'unica cosa: egli imprime la forma e la materia si lascia modellare secondo l'idea che questa ha suscitato nell'artista. Un dare e un ricevere reciproco, che crea l'opera d'arte.

Ogni uomo obbedisce all'istinto creativo: l'opera d'arte più alta è un altro essere umano, per questo l'uomo e la donna si cercano. L'uomo, sviato dalle mentalità, non riconosce la pulsione a creare ma solo la pulsione alla genitalità: ecco l'aggressività. La donna, condizionata dalla tradizione a essere la madre, diventa la «creatrice» del nuovo capolavoro: riceve passivamente il seme maschile e dona tutta se stessa al figlio.

Così l'uomo e la donna non s'incontrano mai nella unità originaria e l'uomo non diventa padre e la madre non diventa donna.

L'amore è dare.

Dare - scrive E. Fromm - dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell'atto mi sento vivo. (...)
L'esempio più elementare sta nella sfera del sesso. Il culmine della funzione sessuale maschile è nell'atto di dare; l'uomo dà se stesso, il suo organo sessuale, alla donna. Nel momento dell'orgasmo, le dà il suo seme. Non può fare a meno di darglielo, se è potente. Se non può darglielo è impotente. Per la donna il processo non è diverso, anche se in un certo senso più complesso. Anche lei si dà: apre tutto il suo essere; nell'atto di ricevere, dà... Se è incapace di dare, se può solo ricevere, è frigida... Dare significa fare anche dell'altra persona un essere che dà, e entrambi dividono la gioia di sentirsi vivi. Amore è penetrazione attiva dell'altra persona, nella quale il mio desiderio di conoscere 30 è placato dall'unione. Nell'atto della fusione io la conosco, conosco me stesso, conosco tutti, e non conosco niente. Conosco nell'unica maniera possibile per l'uomo: attraverso l'esperienza dell'unione, non attraverso l'esperienza del pensiero
.

Per giungere a questa fusione dico con Fromm al quale rimando quale maestro:

Il primo passo è di convincersi che l'amore è un'arte così come la vita è un'arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte, come la musica, la pittura, oppure la medicina o l'ingegneria 31.

(Collage di A. Bottani - Rodin e Michelangelo)

 

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